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Dietro le quinte della casa funeraria AlmaLuce: esserci nella discrezione.

LA CHIAMATA DEI FAMILIARI

Il telefono in ufficio suona, e quel tono di voce lo riconosci subito, merita tutta l’attenzione possibile: è la voce di chi ha appena perso una persona cara. Annoti le informazioni importanti, ti accordi per il luogo e l’orario dell’appuntamento.

Mentre la penna scivola sulla carta, sai che stai per entrare, in punta di piedi, nell’intimità di una famiglia con il preciso obiettivo di essere loro di aiuto nel difficile percorso che li aspetta.

Tra non molto, le strade di chi è mancato e dei suoi cari, si separeranno brevemente per poi ricongiungersi in casa funeraria AlmaLuce e quell’incontro dovrà essere il più sereno e dignitoso possibile.

Preparando la cartella con tutti i documenti, ti prepari per poter essere in grado di interpretare nel modo più fedele possibile il dolore e i desideri di quella famiglia. Telefoni poi ai colleghi che si occuperanno del recupero della salma.

L’ultimo viaggio della persona che ti è stata affidata, sta iniziando.

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L'ULTIMO VIAGGIO

Il telefono suona, ovunque tu ti trovi e in qualsiasi momento. Hai la reperibilità e sai che può accadere, ti è successo anche quella sera quando hai lasciato tutti i tuoi amici per andare dove c’era bisogno di te. Molli tutto, ti cambi in fretta, e parti. Servono la concentrazione e la competenza che hai maturato in tanti anni. Non è la prima volta e sai che ogni situazione è a sé stante, arrivi e fai un lungo respiro prima di aprire la porta. Al di là c’è una famiglia in difficoltà e una persona che se n’è andata. Spesso c’è anche il momento intenso di una preghiera insieme. E poi, con delicata determinazione, si passa ad affrontare tutti gli aspetti pratici e burocratici tenendo al riparo il più possibile i famigliari da queste incombenze.

DECISIONI

Suona, questa volta, il campanello in ufficio. Sono i famigliari. Hai già tutto pronto, sei preparato a questo momento e quando stringi la loro mano, l’empatia e la commozione si affacciano motivando la dedizione nel fare bene il tuo lavoro.

Li accompagni con delicatezza nelle tante decisioni da prendere, nel contatto con il sacerdote per concordare le esequie, nella scelta delle parole e dell’annuncio che più esprimono la vita del proprio caro.

Prende forma via l’organizzazione di tutto il funerale fin nei più piccoli dettagli, dalla scelta dei fiori al percorso da seguire.

Ti vengono consegnati i vestiti e non puoi fare a meno di immaginare il momento della scelta, pensi a chi magari ha fatto giri su giri per trovare le calze esattamente del colore preferito, a chi consegna gli ultimi libri letti, a chi lascia tutto il necessario in uno zainetto perché “lui si muoveva sempre con il suo zaino.”

Colui che accompagna nell’ultimo viaggio ha un’anima che conosce i due volti della vita”

Suona il telefono, lo stavi aspettando. La salma è arrivata in casa funeraria AlmaLuce.

“Salma”, solo finché non incontri il suo volto. Poi diventa in automatico “il signor” o “la signora”… e quasi le chiedi il permesso prima di iniziare a prepararla/lo. Il tuo è un lavoro molto particolare, quante domande sospese nell’aria quando rispondi: “mi occupo di tanatoestetica”.

Tu sei la persona che tratta con la morte ogni giorno, eppure senti di occuparti di vita. Cerchi di capire chi è la persona che hai davanti attraverso le foto che ti sono state date, vuoi che si riconosca in lei la persona che è sempre stata, niente di più e niente di meno.

 “Con un dignitoso distacco”: servono tutta la lucidità e la competenza di cui sei capace, ma allo stesso tempo ci metti il cuore e …quel cuore non sempre sta in silenzio. Riguardi la persona che hai davanti e sai che i famigliari meritano il miglior ultimo ricordo che le tue mani sapienti riescono a dare loro.

OSPITE AD ALMALUCE CASA FUNERARIA

RECUPERO

Non è il telefono che suona, qualcuno bussa alla porta. Il collega dell’area tecnica ti avverte che è arrivato il momento dell’incontro con i familiari.

La sala è già pronta: hai sistemato con cura ogni dettaglio, dal portafoto ai fiori che sono stati portati per l’ospite. “Ospite” perché la morte non gli ha tolto il suo essere persona e fino all’ultimo momento sarà trattato con la dignità che merita.

I famigliari arrivano, li accogli e li accompagni. Qui potranno rimanere con il loro caro nei giorni che precedono l’ultimo saluto con il funerale.

Ricordi ancora le tue prime volte, non era facile mantenere la distanza necessaria; dentro di te devi costruire un piccolo muro che ti permetta di accogliere le persone senza cadere nel dolore altrui ma che ti dia la solidità per poter tendere la mano a chi in quel momento ne ha bisogno.

L’ULTIMA TAPPA DEL

VIAGGIO: IL FUNERALE

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Suona il telefono: il corteo funebre è partito da AlmaLuce. Sono partiti con un po’ di anticipo perché c’è traffico, intanto verifichi che ogni dettaglio sia stato curato al meglio: i fiori, il tavolo con il libro delle firme, i ricordini, la “buona usanza”.

Un cenno del capo del tuo collega ti fa voltare: sono arrivati. Hai l’onore e il privilegio di accompagnare nell’ultimo tratto di strada questa persona, affidandola al Cielo insieme alla famiglia, alla comunità e al sacerdote.

Nelle nostre imprese Angeli, Ferraro e Soso portiamo avanti la tradizione del portare a spalla la bara, con tutti i gesti che accompagnano questo rito. Ricordi ancora la paura della prima volta, le mani che tremavano, la soggezione di tutti gli occhi puntati. Il celebrante accoglie il corteo e, mentre ti giri per tornare in fondo alla Chiesa il tuo pensiero va all’ultimo saluto in cimitero, il momento più difficile.

Dopo la benedizione, avviene la sepoltura e il definitivo saluto terreno. Da questo momento in poi l’assenza e il ricordo diventeranno il modo in cui la persona sarà presente. La nostra impresa ha la tradizione di consegnare alle famiglie un cofanetto che, tra le altre cose, contiene dei semi da piantare, simbolo di rinascita e di speranza.

Dove c’è dolore può nascere la speranza di tramutare quel dolore in gratitudine «nei confronti di una luce che, pur provenendo dal passato, irradia in modo sorprendente il nostro avvenire.» (Cit. M. Recalcati.)